Storytelling la strategia creativa per far crescere la fiducia e la Community

Consapevolmente connessi, la newsletter settimanale di Francesca Anzalone

Perché dovrei investire nello Storytelling? Perché una narrazione dovrebbe funzionare più di un portfolio? Ho già il Company Profile, perché dovrei investire anche in questo e poi in che modo? Non sono più funzionali i loghi dei clienti più importanti per raccontare il nostro lavoro? E mostrare i prodotti che proponiamo?

Storytelling la strategia creativa per far crescere la fiducia e la Community

Domande lecite, domande che mi portano sempre a riflettere e a immaginare la pagina divisa in due, con i pro e i contro di ciascuna attività. Ma soprattutto domande che mi portano sempre a guardare negli occhi l’imprenditorə e a chiedere “Perché lo stai facendo, nonostante il mercato oggi sia “apparentemente saturo e complesso?”. Ed è qui che scatta la consapevolezza sull’unicità. Ed è a partire da qui che si costruisce una storia che raramente si trova tra le parole prodotte fino a quel momento. C’è un perché profondo, che spesso va oltre i numeri, le scelte e le strategie. C’è un racconto che inizia con una parola, un ricordo, un’emozione, una visione e che nel tempo si evolve e si ritrova in ricordi, emozioni, visioni e “futuro”. C’è una storia che diventa un filo rosso, in cui molti si ritrovano e aggiungono colori, sfumature. Vedo fili che si uniscono e che insieme formano una grande matassa colorata, pronta sul telaio per dare vita ad una stoffa di straordinaria bellezza. Perché quei fili uniti, verranno posizionati in una sequenza tale da creare qualcosa di nuovo, di valore e desiderabile.

Ma prima di addentrarci in questo approfondimento, che ci condurrà ancora una volta “all’opposto”, voglio dirti grazie! per l’attenzione, la fiducia, il rispetto e la reciprocità in quel #consapevolementeconnessi che da anni rappresenta il mio perché con il digitale, il “come lo voglio fare”. E che mi stai dimostrando in questi mesi insieme. E grazie anche a te che da oggi entrerai a far parte di questa Community, benvenutə in una nuova comunicazione: leale, consapevole e responsabile, basata su relazioni significative.

Lo storytelling oltre ad essere un’efficace strategia creativa, è un’opportunità ulteriore che diamo al nostro brand per farsi conoscere in maniera empatica

Qualche giorno fa stavo aggiornando il CV con le docenze, i convegni, le esperienze e mentre sceglievo il numero minore di parole, per lasciare lo spazio indispensabile all’informazione e comprimere ventisei anni in un foglio A4, mi scorrevano davanti agli occhi i volti dei miei studenti, il loro job title di oggi, il sorriso rilassato dopo la discussione della tesi, le domande in aula, la curiosità, le paure, i progetti di esame carichi di passione. C’è un “dietro le quinte” che coinvolge, emoziona, e offre numerose angolazioni differenti, dalle quali comprendere e avvicinarsi all’argomento e alla persona. E forse, proprio da questo dietro le quinte saremmo portati a compiere scelte differenti, ad affezionarci, a incuriosirci a volere scoprire di più. E allora perché non raccontare e non dare l’opportunità anche al nostro brand di avvicinare, incuriosire, fare scoprire “quel dietro le quinte” così carico di passione?

No, non si deve scegliere tra un Company Profile e uno Storytelling, e neppure tra un video tecnico e uno emozionale, sono angolazioni differenti attraverso le quali mostrare e offrire opportunità al nostro brand; e il digitale ci permette di farlo con creatività e in maniera multicanale. Perché allora precluderci un aspetto così interessante?

Nel complesso sistema contenutistico attuale, dove il contenuto continua a rimanere il principale strumento di “connessione” tra il cliente, il potenziale cliente e il brand, la narrazione è la necessaria conseguenza che ci permette di creare una connessione emotiva con il pubblico e aumentarne la memorabilità. Ci ricordiamo sempre di ciò che ci genera emozioni.

E proprio raccogliendo le idee e le esperienze attorno al mio CV mi sono ricordata di quanto per me la parola sia stata e sia tutt’ora l’elemento chiave di ogni mia attività. La comunicazione, la mia più grande passione, l’ho trasformata nella mia professione mantenendo intatto ogni “sentiero percorso che ho disseminato di parole” come la scrittura creativa, la sceneggiatura, il copy, il testo per il sito web, i comunicati stampa, i soggetti per i video emozionali, i Company Profile istituzionali e quelli più narrativo-emozionali; senza dimenticare video marketing con produzioni più tecniche e emo-corporate, appunto, emozionali. E se dovessi immaginare il libro della vita lo intitolerei Il mio futuro? Già, si scrive così. Ma abbandoniamo per un momento i sentimentalismi e torniamo al lato pratico della narrazione, alla fine dell’articolo ti lascio una serie di (s)punti operativi da mettere in pratica, subito, per iniziare a scrivere.

Lo storytelling ci permette di raccontare la nostra unicità con creatività

Chi siamo, cosa facciamo, come lo facciamo, perché lo facciamo, le descrizioni che troviamo nei company profile, si possono trasformare anche in una storia fatta di persone che nel corso del tempo hanno creduto in un progetto, in valori e si sono raccolte attorno ad un’organizzazione. Un sistema che ha costruito le basi sulle quali fare crescere il brand, la visione e la missione, in maniera sempre più personalizzata e adeguandola ai contesti differenti del mercato. Un racconto che presenta una storia che esiste solo con quelle caratteristiche: una storia che racconta un’unicità. Si disegna un plot principale sul quale creare contenuti multi canale: testi, immagini, video, podcast; e da cui fare sviluppare altri plot, ciascuno a partire da un nodo focale.

Serve consapevolezza narrativa, efficacia comunicativa per rendere il tutto facile, veloce e intuitivo e naturalmente, serve una progettazione minuziosa dei contenuti che sia coerente con il brand e i suoi valori. Non si lascia nulla al caso e la parola d’ordine è lealtà. Si raccolgono informazioni, documenti, ricordi e su quelli si costruisce una narrazione trasparente e coerente con i valori; un’opportunità per distinguersi ulteriormente dalla concorrenza.

Storytelling significa costruire relazioni di fiducia e avvicinare emotivamente al brand

Trasparenza, emozioni, ricordi sono elementi chiave della narrazione che, giorno dopo giorno, avvicina e fa conoscere “quel dietro le quinte” di chi crede in un progetto.

Attenzione a non spettacolarizzare ogni cosa, a non creare “racconti di facciata”, perché non è né quanto, né con che qualità si racconta, ma come, con quali emozioni, coinvolgimento e sensazioni lo stiamo facendo.

Le narrazioni hanno un alto rischio di washing e backlash se “romanticizzate”, dunque storytelling con consapevolezza e responsabilità su fatti, ricordi e coinvolgimento onesto e leale delle persone.

Lo storytelling deve avere sempre chiaro il brand, i valori e anche  il business plan per funzionare. Si tratta di una strategia di coinvolgimento efficace, ma per funzionare correttamente nell’ottica del business deve sapere bene anche “cosa far fare al pubblico” (le famose CTA, chiamate all’azione). In questo sistema complesso di connessioni e interconnessioni servono competenze specifiche: un mix tra la capacità di creare contenuti coinvolgenti e gli obiettivi “economici” da raggiungere. E no, non si tratta di essere sleali attraverso questa strategia, ma consapevolmente connessi tra brand e persone in una dichiarazione sempre chiara.

Raccontare significa ricostruire un percorso avvenuto nel tempo, ritrovare i testimoni di allora e di oggi, mettere in relazione i valori, lo scenario, l’esperienza, i cambiamenti. Ma soprattutto fare scoprire una visione, i valori e come raggiungerli giorno dopo giorno.

Mi sono soffermata moltissime volte, durante consulenze, formazione e revisione di testi, ad affrontare un aspetto chiave e a formulare la domanda: rileggendo questo testo caratterizza la tua unicità e l’unicità del tuo brand o potrebbe corrispondere ad altre realtà? E il punto è che spesso, sì, potremmo sostituire quel nome con altri. Il segreto sta nel riuscire a raccontare l’unicità, la caratterizzazione, i dettagli, a scendere in profondità nella storia e dentro di noi. Perché per raccontare l’unicità serve coraggio, lealtà e consapevolezza di alti, bassi, stasi e accelerate.

Lo storytelling deve coinvolgere nell’unicità e generare risultati concreti

Attraverso i social abbiamo un’ulteriore opportunità: riuscire a interagire più facilmente. Fare conoscere, fare scoprire, coinvolgere e farci scegliere. E la scelta è sicuramente più consapevole rispetto a ciò che è stato mostrato. E qui entra in gioco un altro aspetto chiave: la lealtà narrativa. Che cosa ci porta a compiere quella determinata chiamata all’azione? L’ idea che ci siamo fatti di quel brand, di quelle persone, dei sacrifici, delle emozioni, della visione. Ed ecco che attorno a quel brand e attorno a quel racconto si costruirà spontaneamente una Community, un gruppo di persone che condivideranno valori, emozioni e passione.

E saranno consapevoli delle scelte del prodotto, della scelta del brand e di voler far parte di questa “realtà”.

Storytelling la strategia creativa per far crescere la fiducia e la Community: ti lascio con una serie di punti e spunti pronti all’uso per iniziare a costruire la tua narrazione “perfetta”

  1. Identifica gli obiettivi che vuoi raggiungere con questa narrazione: 2-3 al massimo
  2. Per ciascun obiettivo identifica una CTA (chiamata all’azione)
  3. Da quella CTA pensa a come il tuo interlocutore piò essere stimolato e coinvolto
  4. Inizia a identificare il tuo interlocutore: chi è, che lavoro fa, cosa pensa, cosa desidera, cosa puoi fare per lui, lei. Con chi prende le decisioni?
  5. Attraverso questi approfondimenti inizia a delineare i punti focali della tua storia e costruiscila partendo da questi elementi.
  6. No, la storia non la scrivi come tu la immagini, o con la sequenza che pensi corretta. La storia la scrivi dopo avere identificato gli obiettivi, studiato e ascoltato il tuo interlocutore e avere compreso che storia vuole ascoltare. E’ solo dopo tutto questo che puoi iniziare a scrivere. Non prima, perché senza questi elementi non sapresti che genere narrativo proporre. Il rischio? proporre un giallo ad un appassionato di fantasy, oppure un romanzo rosa a una appassionata di thriller. Come sempre tutto parte da una profonda conoscenza del nostro interlocutore, della nicchia precisa. Perché l’errore più comune è pensare di poter costruire una community senza identità precisa. E tu stai offrendo la storia perfetta per il tuo pubblico, esattamente ciò che desidera ascoltare, leggere, e attraverso cui emozionarsi.

Ultima raccomandazione, costruisci una narrazione dall’identità precisa, affinché il target giusto si identifichi. Questo è il segreto che ti permetterà di costruire una community e di farla crescere in maniera sostenibile.

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