Le parole giuste contro la violenza sulle donne

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Nell’azienda Pettenon Cosmetics di San Martino di Lupari una riflessione sull’importanza dei gesti concreti e di un uso corretto delle parole a favore delle donne vittime di violenza

(San Martino di Lupari, 25 Novembre 2019) Per comprendere meglio il percorso di rigenerazione di una donna, per affrontare attraverso le parole giuste il nostro quotidiano, per scoprire che cosa accade in una donna vittima di violenza, in un minore che assiste e in un uomo maltrattante, l’azienda di cosmetica professionale per capelli viso e corpo Pettenon Cosmetics ha organizzato l’incontro “La bellezza dei gesti concreti. Contro la violenza sulle donne, esaltiamo la bellezza dei gesti concreti e delle parole giuste“.

Secondo il report della Polizia di Stato la violenza sulle donne è un reato che avviene ogni 5 minuti, ma in aumento è il numero di denunce. “E’ importante informare per reagire” afferma Francesca Anzalone, esperta di comunicazione ”E’ necessario imparare a utilizzare un linguaggio corretto ed efficace, per aiutare le persone a comprendere quello che sta succedendo e informare la società”.

I fratelli Pegorin hanno intrapreso un percorso imprenditoriale con un grande impegno nella responsabilità sociale. “Sosteniamo da anni il gruppo Polis” ha detto Gianni Pegorin, Presidente Pettenon Cosmetics S.p.A “e spero che anche nelle aziende del nostro territorio ci sia una sensibilità verso associazioni e situazioni di prevenzione della violenza. Siamo un’azienda storica, dove lavoriamo perché le donne si sentano bene”.

Questa giornata dovrebbe essere la quotidianità delle nostre vite” ha affermato Federico Pegorin, Ad Pettenon Cosmetics S.p.A “purtoppo i dati confermano un fenomeno dilagante a cui bisogna mettere un freno. La bellezza è in ognuno di noi e quella luce deve essere l’obiettivo che ci fa sorridere”.

Sull’importanza di una semantica corretta quando si parla di violenza di genere si è focalizzata Alice Zorzan, di Gruppo Polis, che ha parlato della violenza di genere, diretta e assistita, vissuta da donne e minori con la testimonianza di Casa Viola “Ci sono le parole giuste e parole da evitare nella stampa e nei mezzi di comunicazione” ha spiegato Zorzan “ non dobbiamo concentrarci sui comportamenti che ha la donna assume. Anche le immagini possono vittimizzarla per una seconda volta”. Zorzan ha poletto una lista di parole da bollino rosso stilate dall’Ordine dei Giornalisti della Toscana.

Antonio Di Donfrancesco di Gruppo Polis ha condotto un intervento dedicato a “la violenza di genere dalla prospettiva di chi lavora con gli uomini autori di violenza nelle relazioni affettive” sottolineando come sia importante trasmettere un’educazione ai maschi che non consenta loro di giocare con i sentimenti, di minimizzare o utilizzare parole che danno la responsabilità solo al partner.

Debora Leardini ha presentato la mostra fotografica da lei curata “Trip”, un percorso interiore che racconta la violenza attraverso il vissuto di otto donne che ha incontrato, con le parole, la scrittura, incontri. Immagini in bianco e nero che comunicano la violenza attraverso sensazioni, la fragilità di fronte a cui stanno facendo un percorso di riscatto e rinnovamento.

Sull’importanza di una semantica corretta e l’impatto sociale di un’azienda di bellezza come la Pettenon Cosmetics si è soffermata Anna Ginefra, HR Director AGF88 Holding, sottolineando come l’azienda riconosca alle donne autostima, autonomia e quella consapevolezza che consente alle donne di avere fiducia nelle loro capacità.

Chiara BrunoroBrand Manager di Pettenon Cosmetics S.p.A a proposito dell’importanza delle parole nella presentazione dei prodotti dedicati alla bellezza, ha spiegato come l’azienda stia lavorando sui iconografie, linguaggio e immagini per scardinare luoghi comuni, per esempio con il tentativo di esprimere l’immagine di una donna coraggiosa e audace.

Infine, Elena Barbuzzi, Innovation and R&D Director, Pettenon Cosmetics S.p.A., nel descrivere il viaggio nella bellezza attraverso l’innovazione, ha affermato che il mondo “beauty” è una necessità che risponde al mondo delle donne, che fare ricerca significa sapere imparare dagli errori e che la bellezza è non arrendersi in un mondo in cui ci si sente liberi.

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