DIGITAL SPRITZ – Dalle associazioni culturali e realtà giovanili mestrine l’impegno comune a fare rete

DIGITAL SPRITZ. Dal primo incontro sulla trasformazione sociale a Mestre con le associazioni culturali e le realtà giovanili l’impegno comune a fare rete

(Mestre, 27.04.2018) Un impegno comune per fare rete, condividere esperienze e proposte sul territorio.

Questo l’obiettivo che si pongono alcune delle associazioni culturali e realtà giovanili mestrine che ieri hanno partecipato al “Digital Spritz” nel Lounge Bar La Banque (via Torino 1/a) per parlare di nuova comunicazione e di trasformazione sociale.

Il primo appuntamento è stato dedicato alle nuove abitudini e ai modelli comunicativi sul tema “L’evoluzione SOCIALe”Un progetto evento ideato da Francesca Anzalone nell’ambito di NetlifeLAB, il laboratorio di ricerca e sperimentazione di Netlife s.r.l. all’insegna di una serie di incontri che, capitolo dopo capitolo, accompagneranno i partecipanti in un dialogo finalizzato all’approfondimento di tendenze, novità e innovazione.

Alcuni rappresentanti delle associazioni “Viva Piraghetto”“Didatticando”,  “ETICity Venezia”, impegnate in progetti di rigenerazione urbana cittadina, si sono confrontate su come i mezzi di comunicazione quali l’uso di Internet e dei social network siano stati un supporto nella promozione della partecipazione popolare.

Abbiamo voluto coinvolgere delle eccellenze cittadine dell’animazione del territorio, che hanno la volontà di comunicare nell’era digitale e che non sempre sono collegate in un network. Stanno mettendo in atto delle buone pratiche di aggregazione che sono un punto di riferimento per la comunicazione contemporanea. Delle comunità fisiche, ma allo stesso tempo tecnologiche e “smart”, che trasmettono dei valori da trasferire anche ai bambini della città metropolitana. Sono tutte relazioni da mettere in comune” ha affermato introducendo l’incontro Francesca Anzalone, docente ed esperta di comunicazione digitale, fondatrice di Netlife s.r.l.

Il primo a intervenire è stato Stefano Giacomazzi, presidente dell’associazione “Viva Piraghetto”, costituitasi nell’ottobre 2015 e nata dall’idea di un gruppo di genitori residenti nel quartiere che volevano rivitalizzare il parco dal degrado.

Abbiamo creato la pagina Facebook di “Viva Piraghetto”, dove abbiamo iniziato a comunicare tutti gli eventi che organizzavamo. Abbiamo iniziato con la pubblicazione di una semplice locandina, passando alle foto che raccontavano le varie esperienze fino agli articoli di giornale. Con il passare del tempo sono stati gli stessi cittadini a fare delle segnalazioni. Per noi questo tipo di comunicazione è stata importante, come anche quella su Twitter, WhatsApp ma anche la carta stampata, perché ogni singola forma impatta su una particolare fascia di utenza e può essere utilizzata da tutti” ha detto Stefano Giacomazzi.

L’associazione “ETICity Venezia”, nata nel 2017 dalla volontà di un gruppo di ricercatrici nel settore degli studi urbani con l’obiettivo di ri-immaginare la città, ha raccontato la propria esperienza attraverso il progetto “Riverberi”, una proposta di rigenerazione urbana del quartiere Piave.

Siamo partiti da una situazione di fragilità nel quartiere con i negozi sfitti o chiusi lungo la via. Abbiamo affiancato gli abitanti in percorsi di riqualificazione lavorando accanto all’associazione Gruppo di Lavoro via Piave pensando a un rilancio delle attività. Ci siamo messi in comunicazione per cercare di risolvere le criticità. Abbiamo voluto riattivare e far vivere lo spazio attraverso la prima azione del progetto “Il vuoto s’illumina”, offrendo la possibilità di utilizzare con modalità nuove questi “vuoti”. I primi negozi aderenti all’iniziativa sono situati due in via Piave e uno nella trasversale via Premuda, oltre le vetrine del già attivo Negozio Piave 67. A partire da marzo , gli ambienti sono stati riaperti ad uso espositivo e per attività artigianali. In particolare il negozio di via Premuda n.5 è stato affidato alla sartoria artistica Balaustio con un contratto di affitto con canone calmierato. Gli altri locali sono stati riservati a mostre e allestimenti temporanei ognuno della durata di un mese” ha spiegato Claudia Faraone. “Per noi sono state molto importanti le conferenze stampa, la creazione di un sito web, una pagina Facebook e un profilo Instagram. L’ auspicio è che con i social si aprano nuovi immaginari” ha affermato Silvia Di Meo. 

Didatticando, associazione didattico culturale, nasce nel 2012 a Venezia da un gruppo di giovani con esperienze e competenze diverse nell’ambito artistico che vivono in prima persona il mondo della cultura. L’associazione svolge attività nel settore della formazione, della ricerca e dell’orientamento, nonché di progetta attività didattiche per bambini e ragazzi al fine di sviluppare in loro creatività e curiosità per la realtà artistica di Venezia. L’associazione ha iniziato il suo lavoro con il progetto “Mappaforti”, in collaborazione con Ance Venezia Giovani, rivolto a famiglie, scuole di ogni ordine e grado e università con l’obiettivo di mettere in luce l’indagine ambientale storico artistica del sistema di fortificazione del territorio veneto. Quest’anno ha proposto il progetto “Città d’artista”, sempre in collaborazione con ANCE Venezia Giovani e con il cofinanziamento del Comune di Venezia – Settore cultura nell’ambito del bando “Progetti giovanili culturali di rigenerazioni urbane 2017-2018”. L’obiettivo era quello di attivare un processo di rigenerazione sul territorio compreso tra la zona di Piazzale Donatori di Sangue/Via Querini/ via Carducci/ e la Biblioteca Vez, realizzando “un’opera d’arte diffusa” con l’obiettivo di contribuire a una riappropriazione civica dei luoghi e all’eliminazione delle diverse forme di degrado sociale. Hanno deciso di coinvolgere le scuole del circondario e i diversi esercizi commerciali siti nelle vie sopra citate, attraverso l’esecuzione di interventi artistici continuativi e collegati tra loro sulle diverse vetrine dei negozi, consistenti nella realizzazione di illustrazioni create dagli alunni con l’intento di rappresentare la loro città ideale. 

L’opera d’arte risultante dal lavoro degli studenti è stata presentata in occasione di un evento finale, nel quale tutti i partecipanti al progetto hanno realizzato “l’opera d’arte diffusa” e la cittadinanza stessa, nello specifico i residenti delle suddetta area, è stata invitata, attraverso locandine, volantini e social network, a partecipare e contribuire alla creazione dell’opera stessa, favorendo così la socializzazione e la vita aggregativa. E’ stata inoltre valorizzata la biblioteca Vez presente nell’aria presa in considerazione, da cui sono stati tratti i testi, i racconti e i libri, che sono diventati lo stimolo principale per la riflessione e la progettazione dell’opera stessa. Il progetto ha avuto una ricaduta positiva grazie al lavoro con le scuole e alla cura della città attuata insieme ai giovani per l’utilizzo di uno spazio comune. Usiamo i social e molto Instagram come strumento per raccontare e diffondere gli obiettivi dei progetti. Le fotografie sono strumenti multimediali, un bene da poter vivere” ha raccontato Chiara Poli, presidente dell’associazione.

Da parte dei relatori e di tutti i partecipanti, membri anche di altre associazioni, è emersa l’esigenza di fare rete e creare un portale aperto a tutte le associazioni, in modo che ciascuno possa inserire gli eventi e creare un calendario dove condividere le proprie esperienze e proposte. Su questo aspetto è andato il ringraziamento più sentito a Francesca Anzalone e al progetto di relazioni di Netlifelab già pronto ad organizzare un nuovo appuntamento.

Il progetto per il futuro è quello di creare una serie di appuntamenti mensili selezionando e raccogliendo le richieste di tutte le associazioni interessate a fare rete.

Filomena Spolaor
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